Case di Paglia

EDIFICARE L’UMANO

L’edificio, l’uomo, l’ambiente e la circolarità del processo costruttivo sono i pilastri di questo progetto. Costruire edifici in agricoltura vuol dire costruire identità. Costruire sane identità vuol dire costruire un sano futuro. Il presente ci dà l’opportunità di farlo.

Il progetto nasce dallʼincontro di tre necessità: la realizzazione di piccoli edifici residenziali per studenti, lʼutilizzo di materiali naturali locali ed il coinvolgimento di giovani ragazzi e ragazze al progetto. Nasce così lʼidea di “edificare lʼUmano” attraverso la costruzione di un edificio in paglia; con lʼobiettivo di unire le persone, lʼagricoltura biologica e biodinamica, lʼedilizia ed il concetto di comunità.

La costruzione di una prima casa in fibre vegetali (paglia di orzo, frumento e avena) sul terreno della cooperativa di Agricoltura Nuova destinata ad ospitare la futura scuola di formazione in agricoltura biologica. Saranno edifici ad alta efficienza energetica in grado di rendere autonomo l’intero insediamento, anche grazie all’affiancamento di nuove tecnologie di accumulo capaci di soddisfare il fabbisogno energetico.
Il processo ideativo valorizza la qualità sociale dell’edificare e pone come base fondante dell’esecuzione di questo progetto la libera partecipazione della comunità.
Per questo progetto sono previste 6 unità dedicate alla funzione di alloggio e un corpo centrale di dimensioni più generose con capacità polifunzionali per ospitare attività didattiche e culturali.

La possibilità di integrare attività culturali allʼinterno dellʼazienda agricola stessa permette di sviluppare maggiore consapevolezza e sensibilità verso il fare agricoltura, verso la natura, verso lʼecologia, verso il ruolo dellʼuomo e della comunità nellʼeconomia, nellʼecosistema che ruota intorno allʼazienda e in senso più ampio alla società.

Edificare (dal lat. aedes: edificio; facere: fare) va considerato nel senso di “costruire, formare” ma anche di “indurre il bene, rafforzare la vita morale”.

Il lavoro in gruppo, su temi nuovi che riguardano ambiti e necessità individuali vastissime, porta con sè grandi doni sociali. Questi workshop infatti hanno anche la qualità di legare profondamente le persone nel processo di costruire insieme, di condividere, unendo lʼindividuo alla terra, ai materiali naturali, al contesto, alle altre persone.

Lavorare insieme, verso un obiettivo, con unʼimmagine comune permette di risolvere problemi grazie al confronto, producendo entusiamo durante la giornata che risuona nella qualità del lavoro. Inoltre si verificano manifestazioni di sostegno e determinazione nel superare i momenti di difficoltà del singolo o del gruppo. Molti partecipanti hanno notato che nel confronto i diversi punti di vista si moltiplicano e così si moltiplicano le soluzioni, rinnovando il modo di lavorare.

Durante le giornate si affrontano temi riguardanti lʼedificare e così la committenza ed il progettista hanno scelto di portare anche contributi culturali paralleli, dove lʼelemento sociale è strettamente collegato alla costruizione concreta di attività, aziende, scuole, comunità, etc.; progetti come Sekem in Egitto, testimonianze di attività come quelle di Joseph Beuys, Andriano Olivetti, e molte altre come la storia dellʼazienda agricola “Agricoltura Nuova” stessa.

Questi elementi intrecciati tra loro hanno lʼesito di ampliare la consapevolezza e la coscienza nelle persone. Questi manufatti, così adattabili seppur delicati permettono la flessibilità e richiedono importanti accortezze. Chi ha sperimentato questo modo di agire ha portato dentro di sè una grande esperienza sociale.

«Pensate di che è capace lʼuomo quando fa qualcosa per amore di un altro uomo. A quel punto non cʼè bisogno di alcun amore per il prodotto del lavoro; quel che occorre è un legame tra uomo e uomo.»

Già il progredito aspetto della divisione del lavoro, caratteristico della moderna vita economica, richiede, secondo Rudolf Steiner, un connaturato altruismo della singola attività.

«Economicamente lʼegoismo è impossibile. Quanto più la divisione del lavoro progredisce, tanto meno si può fare qualcosa per sè, ma tutto si deve fare per gli altri. […] In verità in un organismo sociale tanto poco si può lavorare per sè quanto poco ci si può nutrire di se stessi.»

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